I forti lariani

L’alto Lario, ovvero la parte più a nord del lago di Como, che sulla punta volge il suo sguardo a est verso la Valtellina, non offre solo vento per windsurf e kitesurf, ma anche diversi siti di interesse storico e artistico. Nel comune di Colico, in particolare, si trovano due forti difensivi. Il Forte di Fuentes (XVII secolo, link), che da nome alla zona e al vicino centro commerciale, è quasi completamente distrutto: rimangono visibili il portone d’ingresso, pochi resti degli alloggi dei militari, la casa del capitano, una cisterna e poco altro, che comunque dà l’idea di quanto immenso fosse questo forte e di quanto fosse importante la difesa in quella che all’epoca era una zona di confine con i Grigioni. Ma quello che più colpisce è senza dubbio il forte Montecchio (link o wiki), collocato sulla collina di fronte. La prima cosa che sorprende è l’invisibilità di questa struttura: siamo in cima al Fuentes, in un punto di osservazione privilegiato, ma su quella collina non vediamo che una bandiera italiana che sventola (inutile dire che ai tempi della guerra non c’era). Eppure il forte, costruito in occasione della prima guerra mondiale, è lì, perfettamente conservato e visitabile nella sua interezza con una visita guidata (costo 5 euro). Si parte dalla sala delle strategie, dove sul muro è rappresentata la mappa del territorio, e dei forti, nella zona. Si passa poi dalla sala dove dormivano i soldati semplici, dal corridoio con la rastrelliera per i fucili, dalla sala degli ufficiali poi diventata infermeria perché dotata di rubinetto. C’era anche una cucina che permetteva di avere un rancio caldo, cosa non da poco. Ma tutto questo è ancora niente. Si imbocca un lungo corridoio dal quale si accede alle sale dove veniva tenuta la polvere da sparo e tutto quanto veniva utilizzato per preparare cariche e proietti e a quelle in cui cariche e proietti venivano costruite, scoprendo gli stratagemmi che evitavano danni ingenti in caso di incidente. Poi arriva la parte più interessante, con le sale di comando e i cannoni ancora funzionanti! E’ incredibile pensare che potrebbero sparare fino a 40 km di distanza! Torniamo finalmente all’aria aperta, sotto la cupola metallica dei cannoni l’aria è un po’ pesante, chissà quanto avrebbero sofferto i soldati facendo esplodere la carica – se mai fosse successo, perché questo è come il forte del Deserto dei Tartari, non ha mai dovuto combattere! La classica foto di rito vicino ai cannoni, con lo splendido panorama come sfondo, e poi lasciamo il forte costeggiandone l’esterno in pietra, che lo rende invisibile a chi non sappia esattamente dove cercarlo. Ora che lo conosciamo lo scorgiamo dall’altra sponda del lago, ma arrivando dalla Valtellina o dalla Valchiavenna potreste ritrovarvi proprio sotto al forte senza avere il minimo sospetto di essere stati, per chilometri, potenzialmente sotto tiro!

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