Il Cenacolo

Milano, ultimo martedì del mese, ore 19.45. Quest’anno si entra gratis al cenacolo una sera al mese, occasione da sfruttare per vedere questo capolavoro di Leonardo. Bisogna essere alla biglietteria 20 minuti prima per non perdere il proprio turno (e di conseguenza la possibilità di vedere la visita come succede a una signora in coda davanti a noi – sono molto rigidi su tempi e numero di ingressi in contemporanea). Nell’attesa che si apra la prima porta delle tante che ci porteranno nel famoso refettorio scopriamo qualche informazione sul dipinto da interessanti pannelli informativi: la tecnica pittorica è particolare, non quella tipicamente usata per affrescare, e non mancano le critiche di quanti alcuni anni dopo ne notano già i primi segni di degrado. Tutti però sono concordi sulla straordinaria bellezza della scena, dipinta nei più piccoli particolari: il Vasari mette in evidenza la bellezza degli apostoli sottolineando come l’unica figura non così perfetta sia il Cristo, perché Leonardo, consapevole di non essere in grado di rappresentarne la divinità, ha preferito lasciarlo volutamente meno definito. Vediamo anche, e ci colpisce non poco, lo scempio che la seconda guerra mondiale ha fatto di questo luogo… è incredibile come, pur crollando il tetto e la parete adiacente, l’ultima cena si sia conservata intatta. Finalmente la porta si apre, ci troviamo in un corridoio che costeggia il chiostro di S. Maria delle Grazie e mano a mano che ci avviciniamo all’ingresso del grande salone la temperatura scende tanto da richiedere un golfino. Si apre l’ultima porta ed eccoci finalmente qui, ad ammirare lo scompiglio che, durante la cena, si crea quando Gesù afferma “Uno di voi mi tradirà”. Si nota in particolare la sorpresa di Giuda, colto in fallo, ma anche la sorpresa degli altri apostoli che si chiedono se non sia proprio chi gli è seduto di fianco: la maggior parte di loro allarga le braccia ma c’è anche chi impugna un coltello. All’altro capo della sala un’altra opera di Donato Montorfano, la crocifissione: sebbene meno famosa anch’essa merita uno sguardo. Ma 15 minuti passano in fretta, veniamo avvisati che dobbiamo uscire per lasciare spazio al gruppo dopo di noi.  Di nuovo porte su porte, che non si aprono finché non si è chiusa quella precedente, per uscire passando dall’immancabile shop. All’uscita faremmo volentieri un giro a S. Maria delle Grazie ma purtroppo è chiusa, peccato che non abbiano pensato a prolungarne l’apertura in occasione di questi eventi… dovremo tornare un’altra volta.

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